“Bacio feroce” di R. Saviano

“Bacio feroce” è la conclusione del dittico che ha come protagonista la banda di Nicolas Maraja Fiorillo: come il romanzo precedente (“La paranza dei bambini”, Feltrinelli, 2016) è ispirato a fatti di cronaca e racconta di come il gruppo tenti la scalata al potere della criminalità organizzata, scalzando le vecchie famiglie camorriste e lasciando dietro di sé una
lunga scia di sangue. “Bacio feroce” aggredisce il lettore attraverso un crudo, soffocante realismo: i protagonisti vogliono “piglià tutt’’e cose”, come quei “baci feroci”, scrive l’autore, che “non conoscono limiti, vogliono essere ciò che baciano”. Il paragone nasce dalla credenza popolare che i cuccioli di cane da crescere per i combattimenti clandestini si possano riconoscere dai loro “baci”, morsi sdentati di piccole creature ancora cieche che tuttavia vogliono, anzi pretendono: ancora, spiega Saviano, i “baci feroci” ricordano i baci “rituali” nella malavita, simbolo di
giuramento e condanna. I bambini dell’opera di Saviano sono figli di una realtà che non lascia scampo, un mondo che distingue solo due tipi di persone, chi comanda e chi è comandato. Carnefici, racconta l’autore, ma anche vittime: di un futuro senza via di uscita e delle loro stesse famiglie, che in modo più o meno esplicito suggeriscono che “si ’a strada r’’o bbene nun c’ha purtato niente, forse la strada del male porterà qualcosa”. Per questo, quasi nessuno riesce a riscattarsi: anche i più piccoli, “le creature”, i cuccioli, animali e umani, perdono presto la loro identità, diventano attori, poi maschere, infine ingranaggi di un mondo senz’anima. “Bacio feroce” è un romanzo potente e indimenticabile.

Mariasilvia Iovine

Recensione pubblicata in origine su “Thrillernord“.

Roberto Saviano, “Bacio feroce”, Feltrinelli Editore, 2017, pp. 400, € 9,90 cartaceo, € 6,99 ebook.

Immagine tratta da Amazon