“A volte si muore” di C. Vergnani

Tra le strade desolate di una periferia dove si aggirano bande di criminali mascherati, tanto pittoreschi quanto violenti, una cupa figura incappucciata lascia dietro di sé una lunga scia di sangue: il Bisbiglio. Crudele, inafferrabile, spietato, l’assassino ha come bersaglio i criminali che governano questa città allo sbando, ma nella sua guerra silenziosa e sanguinaria sono coinvolti, per caso, anche due antieroi che abbiamo imparato ad amare: Claudio e Vergy, nati dalla penna di Claudio Vergnani e tra i protagonisti delle sue opere fin dal suo primo, esplosivo successo (“Il 18° vampiro”, Gargoyle, 2009). In questo presente fittizio, tristemente simile alla realtà del mondo di oggi, le azioni del Bisbiglio sono dirette contro la malavita, ma i suoi delitti efferati spingono a chiedersi se qualcuno, anche tra i “buoni”, sia davvero innocente. Ne nasce un’opera che, in alcuni punti, potremmo definire addirittura “romantica” (nella sua accezione più generale), in particolare il finale malinconico e disincantato. Tuttavia, “A volte si muore” è anche e soprattutto un romanzo a metà tra il thriller e l’horror, nel quale ritroviamo lo stile ironico e graffiante dello scrittore modenese, tra battute volgarissime e citazioni colte (come la scelta di inserire un motto dannunziano per ogni capitolo). Due o tre errori (trascurabili) sfuggiti alla revisione, ma in ogni caso un ottimo romanzo da leggere e consigliare agli amici. Claudio Vergnani è un autore di talento, da (ri)scoprire: noi gatti di Ulthar lo seguiremo molto volentieri. Concludiamo consigliandovi il cortometraggio “V” (lo trovate su YouTube), ispirato alle atmosfere de “Il 18° vampiro”.

Oskar Felix Drago

Claudio Vergnani, “A volte si muore”, Dunwich Edizioni, 2016, pp. 402, € 14,90 cartaceo, € 3,99 ebook.

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